Grandi poco più di una moneta e dotati di ali con cui imitano il volo di questi insetti: si tratta di una nuova generazione di robot volanti in miniatura, le pr
Grandi poco più di una moneta e dotati di ali con cui imitano il volo di questi insetti: si tratta di una nuova generazione di robot volanti in miniatura, le prime macchine in grado di riprodurre quasi alla perfezione il volo degli insetti.
Costruiti negli Stati Uniti, presso l’università di Harvard, per il momento sono solo dei prototipi, ma aprono la strada alle prime macchine volanti ispirate alla biologia degli insetti sia nella forma sia nelle capacità di volo. Sono i primi robot a riprodurre la capacità di insetti, come le mosche, di eseguire in volo manovre uniche che, per esempio, permettono loro di posarsi sui fiori mossi dal vento o di evitare in modo rapido ostacoli improvvisi.
Tra le possibili applicazioni si prevede il monitoraggio ambientale, il supporto in operazioni di ricerca e salvataggio, o ancora l’assistenza nell’impollinazione delle colture.
La struttura dei robot e il funzionamento!
RoboBee è il nome del progetto che ha richiesto 10 anni di lavoro e alcuni approcci non tradizionali di propulsione e fabbricazione. Per ottenere la giusta leggerezza del corpo, e consentirne un volo agevole, le strutture dei micro-insetti sono state create sovrapponendo fogli sottilissimi di materiali in fibra di carbonio sistemati gli uni sugli altri e uniti tra loro in modalità “pop-up”, esattamente come accade nei libri per bambini con figure in rilievo.
I minuscoli battiti di ali, caratterizzati da centinaia di ripetizioni al secondo, sono resi possibili invece da strisce di ceramica che si espandono e si contraggono quando si applica un campo elettrico. Sottili cerniere di plastica, incorporate nel telaio del corpo, fungono da articolazioni e un sistema di controllo comanda i movimenti di ogni singola ala e in tempo reale.
Per il momento i prototipi possono entrare in funzione quando vengono collegati con un cavo ad un piccolo alimentatore. Ancora non esiste infatti, un alimentatore sufficientemente piccolo e leggero da essere montato sul corpo dei robot-insetto. Il prossimo obietto sarà proprio quello di realizzare tali dispositivi per far volare i robot in piena autonomia.
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